La maggior parte dei lavori di Makoto comincia quando il luogo della presentazione dei lavori viene fissato. Dedicare il tempo all’idea dialogando con il luogo, lo spazio, e’ ugualmente importante come dedicare il tempo all’esecuzione del lavoro. Makoto, dopo aver studiato la scultura a Carrara (citta’ famosa per il marmo, anche il grande maestro rinascimentale Michelangelo lo utilizzo’) non si e’ trovato a suo agio in tecnica accademica, per questo motivo il suo stile di lavoro si avvicina all’ “installazione” del dialogo con lo spazio architettonico (l’Italia puo’ vantare al mondo). Egli imballa il corpo umano (oppure i diversi oggetti come una sedia) e lo ingessa. Gli oggetti ricoperti dal tessuto ingessato, solidificano con il suo tempo grazie al materiale bianco che cambia gradualmente il suo stato da liquido a solido. Il tessuto, dopo l’estrazione del’oggetto che crea la forma, diventa una “spoglia” la cui espressione varia al variare dell’illumininazione inserita all’interno fra il giorno e la notte. Artista guarda l’essenza di un oggetto da distanza con occhi freddi. Il suo lavoro consiste nel azzarare la forma degli oggetti che cambiano con il tempo, cercando di far rinascere una cosa che esisteva in un’altro modo. Egli dice che nel suo paesaggio primitivo e’ sempre esistita una scena cinematgrafica della fantascienza che guardava quando era piccolo. Credo che il rapporto reciproco fra il fenomeno esistente (oppure esistito) e il mondo finto mitologico possa essere il cuore del lavoro di Makoto.
Gli artisti che ricercano il rapporto fra il loro lavoro e lo spazio non si limitano a coninvolgere solo il senso visivo del pubblico, essi creano un lavoro di “installazione” che sucita anche il senso dell’udito e dell’ olfatto. Inoltre il lavoro d'”installazione” definito come “l’arte complessiva” dall’artista stesso, puo’ aumentare il suo piacere con l’improvvisazione, la quale a volte potrebbe sorprendere anche l’artista stesso. In Italia Makoto ha eseguito l’operazione artistica nelle grandi citta’ storiche come Roma, Firenze, Venezia, Verona e Milano. E’ riuscito a fare resuscitare l’antica costruzione architettonica in Carrara, Spezia, Savona, Rimini, Belluno ecc. La diversificazione del luogo, dove Makoto presenta il suo lavoro, influenza in modo significativo la reciprocita’ fra “Il luogo ed il tempo” nel lavoro. Per quanto riguarda lo spazio utilizzato anch’esso varia: dall’antica costruzione architettonica degradata alla nuova casa privata la cui l’atomasfera e’ assai familiare.
In futuro vorebbe fare un lavoro d’installazione nel contesto storico giapponese utlizzando l’architettura lignea. Egli e’ un artista in grado di aggiugere il concetto del tempo, il nuovo valore, con il suo lavoro.
Itaru Ito (Milano)